L’accordo

L’accordo con Michele è irraggiungibile. Lui non accetta il mio negargli la possibili di tenere Paola per una settimana consecutiva o per un fine settomana intero. Lo farai quando avrà 3 anni, non prima. 

Per me accordo significava stabilire un suo giusto contributo mensile al mantenimento della bimba, stabilire dei giorni durante i quali può tenere la bimba durante il pomeriggio, accordarsi sui fine settimana, il sabato o la domenica. Fondamentalmente darci delle regole, perché fino ad oggi non ce ne sono state. Lui passa quando finisce di lavorare. Non contribuisce alle spese che sostengo perché a suo tempo avevo detto che con lui o senza di lui avrei tenuto il bambino.

Un padre non ha solo diritti. Ha dei doveri. E dovrebbe ricordarsi di rispettarmi un pò di più, anziché dirmi che la bimba starebbe meglio a casa sua piuttosto che a casa mia, perché io lavoro tutto il giorno, a casa e fuori, mi prendo cura di lei, cerco di essere sempre serena per lei, di non spazientirmi, di riempire le sue giornate. La stanchezza ormai è congenita e cerco di non lamentarmi.

In questi mesi ho sempre provveduto al suo mantenimento, ho scelto di cambiare il mio contratto lavorativo per poterle stare accanto. Faccio sacrifici, ma non sono neanche così pesanti. E lui da ingrato mi dice che ha sbagliato a lasciare la sua vecchia vita, ha sbagliato per colpa mia e io gli ho rovinato la vita, lui ha scelto la bambina…lei e non me, io non ho fatto nulla per lui. Che io me ne vado sempre quando non so cosa dire, in 4 anni era sempre lui ad andare via. Io lo starei punendo per le ferite che altri mi hanno inflitto, lui che è stato l’unico uomo ad abbandonare la sua vecchia cita per me. Certo che le persone ti rifuggono; è stata la frase più brutta che potesse dirmi. So che non è così, ma mi ferisce che la pensi così di me.

A un certo punto non l’ho più ascoltato tanto mi stava ferendo. Il tono di voce troppo alto. Paola che voleva stare in braccio con me. E lui non si rende conto che tenerla con sé significherebbe solo soddisfare il proprio egoismo.

Ma ogni discorso con lui è inutile. Ho gli occhi pesti. Lei dorme serena e questa è la cosa più importante. 

Whatsapp

Bene. Da ieri scambio qualche battuta su whatsapp con una persona. Niente di che. Eppure ricevere attenzioni dopo tanto tempo mi ha stuzzicata. Mi sono sentita interessante, bella, attraente. Come un’adolescente controllavo le notifiche. Un pò come succedeva con Michele, solo che adesso sto con i piedi per terra.
Vorrei poter ringraziare questa persona,  perché mi hanno fatto bene queste piccole attenzioni. Mi hanno fatto dimenticare l’ennesima discussione con Michele, le sue accuse, il rancore e la cattiveria delle sue parole.
Penso a quando ci amavamo, a quanto l’amavo. Oggi dopo tanto tempo ci siamo guardati negli occhi. Qualche istante soltanto. Non riesco a provare il rancore che lui mi serba. Ho sorriso un attimo.
Possono esserci anche momenti di leggerezza a prescindere dalla pupetta. Ed è importante che io mi ricordi di essere una donna e non solo una mamma.

Comunicazioni

Alla fine l’avvocato ha mandato una raccomandata per mio conto a Michele. Mi spiace aver dovuto intraprendere questa strada, ma essere genitore non significa solo trascorrere del tempo con i propri figli, è soprattutto prendersene cura e lui come lo fa? Come l’ha fatto da agosto ad oggi? Un pacco di pannolini ogni tanto piuttosto che dei vasetti di omogeneizzati non è prendersi cura di lei, è solo sciacquarsi la coscienza. La collaborazione che gli ho chiesto era economica, ma essendo io, a suo parere, causa dello sfacelo della sua vita, non ho nulla da chiedergli, che lui “retta non me ne paga“. Eppure un figlio costa e non solo economicamente, sono sacrifici quotidiani, levatacce, ore di sonno perse e tutto solo per un suo sorriso che mi riempie il cuore, mi solleva, mi fa trattenere le lacrime, passare la tristezza e ricordare che la vita sa essere meravigliosa.

Mi spiace che tra noi sia andata così, ma col senno di poi credo sia stato meglio prima piuttosto che dopo. La vita degli amanti era più semplice, la quotidianità per me e per lui insieme con una bimba era insostenibile. Un vortice di cambiamenti tutti insieme, tutti troppo grandi.

Fammi causa e ti sputtano davanti a tutti, ecco cosa mi ha detto quando gli ho chiesto per la seconda volta di metterci daccordo per il mantenimento della bimba. Non ha le carte per sputtanarmi, in confronto alla merdata che ha fatto a sua moglie: 4 anni di tradimento e a me, quattro anni lasciata sempre da sola e nove mesi trascorsi in stand by. Vorrebbe instillarmi del senso di colpa per il fatto che dorme in un monolocale, perchè deve pagare una rata intera di mutuo perchè sua moglie non caccia una lira, perchè ha perso tutto, la casa, le sue cose, gli amici…la mia terapista mi ha insegnato che il senso di colpa è del diavolo e ne sono immune. Mi spiace per lui se la sua vita ha reso una piega che non gli piace, ma è tutto conseguenza delle sue decisioni. Non può farmene una colpa.

1 anno di cambiamenti e di gioia di vivere

E’ già trascorso un anno, il primo, dalla nascita di mia figlia.

E’ stato un anno ricco di eventi e grandi cambiamenti, di piccole e grandi scoperte, di meraviglia che si rinnova quotidianamente osservandola fare sempre nuovi progressi. Questa bambina, seppur ancora piccola, mi sta insegnando tante cose, mi ricorda che la vita è bella e che va vissuta, che quel malessere antico, quel senso di vuoto ed inutilità erano frutto dell’assenza di una reale ragione di vita.

Sono felice di aver incontrato sulla mia strada persone come il ginecologo che mi ha seguita, la mia terapista che mi ha fatto vedere quella donna che è in me, di aver avuto l’appoggio incondizionato dei miei genitori e di mia sorella, l’affetto degli amici vecchi e di quelli nuovi. L’invida e le malelingue riescono a non scalfirmi più. Io vado fiera della mia decisione, io ho promosso la vita e la vita mi sorride ogni istante dagli occhi di mia figlia!

Accadde un anno fa

Esattamente un anno fa scoprivo di essere incinta. Ricordo ancora le due strisceche si colorano all’unisono di rosa. La mia incredulità mista a paura, confusione, pallore e un sorriso forzato.
365 giorni sono passati velocemente e oggi ho la gioia ed il privilegio di essere madre. Le paure, l’ansia e tutte le indecisioni sono scomparse, sono diventata ancora più forte a dispetto dei litigi con il suo papà che lasciano solo l’amaro in bocca e a cui so che ad un certo punto dirò basta.
Oggi, dopo un anno, capisco realmente il significato delle parole di mio padre. Da oggi la mia vita ha uno scopo, rendere felice questa piccola che mi stringe forte il pollice, che mi cerca con lo sguardo, che sa che sono la sua mamma e che lo sarò per sempre.
Ci sono affetti che niente può scalfire. Io e lei ci ameremo per sempre.

Saturazione

Io ci sto provando e ce la metto tutta ogni giorno per fare funzionare le cose tra me e michele. Eppure la situazione precipita in modo incontrollabile.
A causa del prossimo divorzio dalla moglie, motivo per cui tutto il blog è stato secretato, lui ha qualche problema economico, quindi ho rinunciato all’idea di andare fuori per qualche giorno e siamo venuti a casa in campagna di mio padre.
Bene, da una settimana non facciamo altro che litigare, mandarci a quel paese, sprofondare nel silenzio. Io vengo accusata di pensare troppo alla bambina, di metterlo in secondo piano, di non essere mentalmente organizzata per questa vita, perché lui ha altre abitudini, perché noi come coppia non esistiamo più (noi come coppia non siamo mai esistiti, lui coppia la faceva con sua moglie, con me ci stava un paio d’ore, ma è impossibile fatlo ragionare).
Nel corso di questi tre mesi ha minacciato di andar via almeno tre volte, sottolineando sempre che lui però ha lasciato tutto per me e per la bambina. alla minaccia non seguono mai i fatti e io non riesco a dirgli di prendere le sue cose e di andare via, mi sento in colpa, come se fosse mia la colpa di ciò che accade nella sua vita. Me equilibrio non ce n’è anche per me.
Guardo Paola e penso ai miei genitori, loro si sono sacrificati, ma certamente la vita insieme non era sprofondata nel silenzio o in continue accuse. Io non ce la posso fare. Non posso sopportare ulteriormente questa situazione. Non posso avere il timore di parlare e scatenare le solite accuse di starlo aggredendo o criticarlo. Mia figlia un padre può averlo anche se non vive con noi, situazioni analoghe ce ne sono a bizzeffe oggi.
La convivenza può uccidere l’amore? Noi siamo stati catapultati nella convivenza, in una casa piccola con una neonata e poco spazio. Mi sono lamentata anch’io, ma ho quasi sempre lasciato cadere le sue critiche per evitare i litigi. Oggi, dopo l’ennesima discussione per un ghiacciolo e per cosa e dove cenare, mi sento satura. Ho pianto davanti a mia sorella. Non ce la faccio a vivere così.

convivenza

due settimane fa è nata mia figlia. due settimane fa, mentre ero in pieno travaglio, michele ha parlato a sua moglie e le ha detto tutto, le ha detto della bimba, di me, della nascita imminente. le ha detto tutto ed hanno litigato, c’era da aspettarselo, no? Paola è nata alle 06:05 del mattino, i miei hanno provato a chiamarlo per avvisarlo, ma lui non ha risposto. hanno provato a chiamare anche mia sorella, il telefono da lei chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile. ho partorito da sola, incitata solo dall’ostetrica e dalle infermiere, il travaglio l’avevo fatto a casa dei miei assistita da mia madre che prendeva il tempo tra una contrazione e l’altra e che si faceva stritolare la mano quando il dolore era troppo forte.

Ho mandato una foto della piccola a mia sorella, la rabbia per non essere contattata è stata sopraffatta dalla commozione e dall’emozione. Al papà ho mandato un sms che ha letto sua moglie che non ha potuto trattenersi dal commentare dicendo: è nata quella bastarda di tua figlia…

Padre e zia sono venuti all’orario di visite a conoscere questa bimba meravigliosa. Lui non sa dove andare. Gli ho dato le chiavi di casa mia, non sapendo che altro fare, ha bisogno di un punto fermo e in questo momento ho come l’impressione di essere l’unica persona che può rassicurarlo. Il problema, una volta tornati tutti e tre a casa, è scoprire che la convivenza a tre non era una cosa a cui ero preparata, che michele è insofferente, che si lamenta perchè non ho Sky, perchè la casa è piccola, poco ariosa, con poche comodità, che andrebbe cambiata subito preferendo la sua seconda casa. non c’è istante in cui mi viene rinfacciato qualcosa attinente la sua scelta di lasciare le sue comodità per stare con noi, per stare con me. silenziosamente mi ripeto che non gliel’ho chiesto io di dire tutto a sua moglie giusto la notte in cui stavo partorendo, desidero che apra la porta e vada via, che se ne torni lì da dov’è venuto se sente la mancanza di tutte le comodità, perchè a neanche 24 ore dal suo arrivo mi ripete che forse avrebbe fatto meglio a restare a casa sua. ma lui resta e mi confessa che la settimana prima ha fatto l’amore con sua moglie, è giusto che io sappia, dice. sarebbe stato più giusto se lui l’avesse rifiutata, perchè non è una giustificazione valida il fatto che noi due non facevamo l’amore da gennaio e che lui ha ceduto alle acrezze di lei.

tutto questo mi confonde e piango. ho pianto per i primi tre giorni dal mio rientro a casa. non so se lui se ne sia accorto, fatto sta che non mi dice niente. ha fretta a portare a casa mia i suoi vestiti, le scarpe, il decoder di Sky (che però a casa mia non funziona!), la foto di suo figlio, borse e borsoni. Casa mia diventa un deposito bagagli della stazione. io non ero pronta a quest’invasione, io non so dove mettere tutte queste cose, io sono confusa. io non trovo più le mie cose perchè lui le ha spostate.

io dopo una settimana sono stanca, dopo due settimane lo sono ancora di più. fare la mamma era previsto, ma fare la mamma e la compagna insieme no, nè tantomeno la compagna di un uomo spostato che ha fatto outing giusto quando io partorivo! lo aggredisco garbatamente per fargli notare che mi aiuta poco, che il pomeriggio non rientra mai prima delle 18:30, che preferisce vedere la televisione dopo cena piuttosto che stare un pò con me a parlare, che dice sempre adesso faccio…ma che inesorabilemente quella che fa sono io!

Paola è la gioia più grande della mia vita. sono felice di stare a guardarla quando dorme, quando la allatto o le accarezzo la fronte. lei è la mia vita e cerco di non piangere per lei, mi sono data un pò di tempo per vedere come si evolve la convivenza con michele. certo questo post è confusionario e so che non rende affatto l’idea di come io mi senta adesso, ma avevo bisogno di buttar giù alcune delle cose successe nelle ultime due settimane.

per foruna il sentimento predominante è la gioia, so che sarei felice anche se lui non ci fosse. dovrei preoccuparmi per quest’ultima cosa scritta…

tristi ricorrenze

è passato un anno dalla scomparsa del figlio di michele. questo pomeriggio ci sarà una messa. lui non si fa sentire da sabato. ho chiesto ad una sua amica se e dove si sarebbe tenuta una cerimonia. penso di andare. perchè? credo per fargli sentire la nostra vicinanza, per ricordargli che nella vita non ci sono solo cose brutte come la morte, che la vita può essere anche bella e ricca di sorprese meravigliose che possono restituirci il sorriso, che questa bambina è anche la sua e sarà fonte di gioia anche per lui.

lui di certo avrà letto il post precedente e l’avrà preso come un j’accuse, ma non è questo ciò che volevano esprimere le mie parole. quello che chiedo, dopo quattro anni, è un pò di chiarezza. mi piacerebbe scendere da questo filo su cui sto in bilico da davvero troppo tempo. una scelta. so che non è facile scegliere nella sua posizione, ma i tempi sono più che maturi. la mia terapista sostiene che io sono la vita e mi sarebbe piaciuto che lui scegliesse la vita, ma non l’ha fatto e non lo farà.

un lettore di questo blog mi ha resa partecipe di alcuni episodi importanti della sua vita. l’ha fatto in forma privata mandandomi una mail ogni lunedì e mi ha dato la possibilità di affacciarmi sulla sua vita, sebbene siamo due estranei. si è trattato di semplice fiducia e di un affetto che non pensavoa vrei potuto trovare in una persona mai vista prima. la sua ultima mail si conclude con una frase che mi ha fatto riflettere: “…per ora sono abbastanza sicuro che non riuscirò ad essere felice prima di Adriana. Ragion per cui vedesse di darsi una mossa!“. ci ho pensato. ho accarezzato la pancia ed ho detto ad alta voce che io sono già felice così!