Accadde la notte del 1 marzo

Il Gay mi ha chiamata non appena entrata in macchina. Facciamo strada insieme. Si però tra le chiacchere si è distratto e mi ha seguita fino a casa. Dai, con la scusa finalmente la vedo. Ti ricordi che abbiamo pure litigato per colpa sua? E’ passato ormai più di un anno e anche questo capitolo può dirsi chiuso.

Entra a casa con me. Gli piace. Perchè è venuto, mi domando. Retorico, no? E’ facile da immaginare mentre mi cinge col braccio e mi accompagna in camera da letto. Lo chiamo col nome di Classe ’61, ma sembra non farci caso, e poi mi sono corretta subito, seppure con qualche difficoltà! Mi bacia. Lo bacio anch’io, ma manca quel batticuore del nostro primo bacio, quello mancato! Apre gli occhi, mi guarda e mi sorride. Ricambio. Scusa, ma ho il ciclo!

E’ una bugia, ma non mi va di farmi una scopata. Voglio i brividi, il cuore che batte forte, delle mani che mi desiderano davvero, il respiro affannato, il sudore sulla pelle e il sorriso l’indomani. Lo chiamo ancora col nome di Classe ’61. Eppure c’è anche il nome di un altro uomo che mi distrae dal Gay.

Hai della crema per il corpo? Ti faccio un massaggio. Annuisco. 10 minuti di relax, eppure sento di dover dire qualcosa. Per lo più sono banalità, ma il silenzio sarebbe insopportabile. Mi distraggo dal pensiero di un altro uomo che so non dovrebbe neanche stare nella mia testa. Ho un problema! Sto fantasticando e mi faranno male anche questi pensieri, ma non so cacciarli dalla testa.

Lo penso e sorrido, perchè come un’adolescente credo sia attratto da me. Sto confondendo la sua gentilezza per un possibile interesse reale nei miei confronti. Lui ora è quell’idea che mi regala un sorriso, benchè sia assente. Perchè ho questa capacità di entrare in sintonia con chi non potrà ricambiarmi davvero?

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