La non-coppia

Bene, quanti giorni sono passati? BOH! Io non solo ho perso il conto, ma anche le speranze! Noi non ci siamo più visti. Ieri sera mi ha chiamata. Il cellulare era spento, sempre per quello sciocco discorso che non lo voglio sentire, quando farei meglio a non rispondere affatto…L’ho richiamato. Come’è andata? Una merda. Come sempre!! No, c’è il mostro in ospedale, che sta male. Cavolo, questo mi dispiace. Chiudiamo quasi subito, che non è giusto lo distragga, mi piace credere che parlando con me possa distrarsi(!). Lo richiamo verso le 22:30, solo per sapere se andava tutto bene. Era stanco però credo abbia notato il mio interesse. Grazie, mi ha detto.

E oggi è giovedì. Nella routine di una non-coppia come noi, questo dovrebbe essere il MIO GIORNO! Ma il mio giorno non esiste più, come non vale più il mio fine settimana. Vale solo quello del mostro.

Me ne vado a casa a fare discorsi sconclusionati, senza sapere cosa mi aspetta per dopo, sapendo che se ci vedermo io non avrò il coraggio di dirgli basta.

Il mio cuore

Ho il cuore piccolo piccolo, grande quanto una nocciolina. Ho il cuore gonfio di lacrime e tristezza.

Ho spento il cellulare per sfuggire da un’ipotetica telefonata di Classe ’61 cui avrei dovuto raccontare il mio niente domenicale ed in cambio essere travolta dall’elenco dei suoi impegni. Ho riacceso il cellulare come una sedicenne. Non ha chiamato. L’ho spento di nuovo.

Cos’hai fatto ieri sera? Niente.

Ho parlato allo specchio. Ho invidiato le giovani coppie, le comitive d’amici, i bimbi nel passeggino. Ho mangiato due quadratini di cioccolato Lindt. Ho guardato distratta la televisione, evitando meticolosamente C’è posta per te, so che avrei finito con l’invidiare anche loro. Sono andata a letto presto. Ancora più presto mi sono svegliata stamattina.

Ho sonno. Voglio tornare a casa mia. Qual’è ormai casa mia? Non sto bene in nessun luogo. Sto male ancora.

un nuovo addio da definire

Credo che sia arrivato il momento dell’addio anche con classe ’61. Credo l’abbiamo capito entrambi, solo che io l’ho espilicitato questo pensiero, mentre lui mi ha semplicemente detto che non era il momento di parlerne, che l’avremmo fatto quando lui nonsarebbe stato così stanco. Giovedì sera.

Venerdì, san Giuseppe. Lo chiamo prima di andare in banca per il mutuo, gli faccio gli auguri di buon onomastico, faccio la cazzona, come spesso accade quando sono nervosa. Ci risentiamo nel pomeriggio, mi fa i complimenti, poi nient’altro.

Sabato mattina. Osservo per un pò il cellulare, ma so che lui non ha chiamato, so che non lo farà. So che lui ha già parecchie persone e cose da attenzionare, prima tra tutte suo figlio, il resto, tutto il resto viene in secondo piano, me compresa. E lui sa che io ho capito tutto, a te non importa nulla di me. E non ha potuto contraddirmi, avevo ragione.

E poi quando siamo a letto c’è qualcosa che mi trattiene, qualcosa che all’improvviso mi blocca, magari mentre invece lui è lì che sta per venire! E mi chiedo se mi piace, mi chiedo perchè mi fermo così all’improvviso, che non è vero che lo faccio per assaporare il piacere del momento, mi chiedo perchè lui sia così avaro di carezze, perchè lasci fare tutto a me, mi chiedo…E lui conferma anche questo, noi due non abbiamo una buona intesa sessuale.

Sabato pomeriggio, il cattivo umore ha prevalso, nonostante la lunga telefonata con la mia amica londinese. Prevalgono i dubbi, questo senso d’incompletezza, d’inadeguatezza, sapere che anche con lui non c’è fututo, che io non riesco ad essere importante, lottare con questa voglia di lasciarmi andare e non potere, volere piangere e non potere che di là ci sono i miei genitori. Sono stanca.

Sopravvissuta al Natale

Sopravvissuta e dovrei dire anche soddisfatta del Natale, anzi, dell’aspetto più materialistico e certamente meno sacro di questa festa. Parlo dei regali. Si, quelli ricevuti andranno tutti a finire a casa nuova, così quantomeno quando mi trasferirò avrò già caffettiera, bollitore, tazzine per il caffè, asciugacapelli, set da aperitivo e qualcos’altro.

E’ andata un pò peggio a mia sorella. E oggi abbiamo iniziato il tour dei resi!

Una SuperDomenica e due giorni festivi consecutivi però mi stanno stroncando. Non ho fatto granchè, a parte un aperitivo ieri con un’amica.

I vari lui sono tutti desaparecidos…non so definire il mio stato d’animo a riguardo, ma non mi sento afflitta nè disperata. Altaleno tra il desiderio di ricevere una telefonata, farla io stessa, spegnere il cellulare, cancellare tutte le loro tracce. Ma so che non aiuterebbe, perchè la mia felicità non può dipendere da un uomo!

Promesse mancate

lo so che fino a ieri avevo scritto che avrei mantenuto il silenzio con lui, ma io ho un problema con le promesse. di solito le mantengo, soprattutto quando si tratta di quelle fatte agli altri, il problema sta nel mantenere le promesse che faccio a me stessa. io continuo a perpetrare il tradimento di me stessa, delle mie parole, delle mie decisioni, delle mie scelte. la mia volontà a volte si perde tra i pensieri nebulosi e io infrango le promesse che mi ero fatta, quelle per il mio bene.

e per allontanare il piccolo diavoletto tentatore avevo anche cancellato il suo numero dal cellulare, i suo messaggi, quelli che gli avevo mandato, le tracce delle nostre comunicazioni. e per qualche giorno a dire la verità il desiderio scivolava silenzioso durante la giornata e io quasi me ne accorgevo della sua presenza. ma oggi non cel ‘ho fatta. oggi ho ceduto a me stessa. il suo silenzio è stata una sfida alla mia volontà, e io ho perso.

oggi sono stata ad augusta per una sostituzione. augusta è vicina a siracusa. questo è solo un malsano pensiero che intravedo alla superficie sin da stamattina, ma mi tengo distratta, il cervello è impegnato a non congelare, viste le temperature siberiane…ma alle 18:30, quando lui non ha risposto ad un mio ennesimo messaggio prendo il cellulare (che brutta invenzione!) e chiamo. (il numero l’avevo recuperato in ufficio!! si chiama violazioone della privacy, lo so!!) due squilli, tre, quattro, al quinto chiudo, penso, ma lui risponde prima. momento sbagliato, come sempre, è dall’avvocato. ti richiamo dopo. forse dovrei spegnere il telefono…ma sono un misto di felicità e di rabbia, tristezza che non sa diventare pianto, batticuore perchè dopo giorni c’è la sua voce al telefono. ma è la rabbia che prevale.

rabbia perchè sono una donna debole. rabbia perchè la mia felicità in lui non trova un contraltare, c’è solo una cortese educazione di chi dice ti richiamo e lo fa dopo qualche minuto. c’è distacco dall’altro lato, c’è una persona che io non riconosco. un uomo che è un estraneo, non più l’uomo che mi faceva ridere, quello con cui ho fatto l’amore senza fare promesse, l’uomo che mi ha fatto sentire donna dopo tanto tempo. l’uomo che adesso mi fa sentire un’infantile adolescente che insegue il miraggio dell’amore…

Sottovalutazioni!!

All’1:30 di notte è sorto un problema che io non avevo preventivato. Non volevo tornare a casa. Avevo trascorso una bella serata con lui e quasi mi dispiaceva finisse. Questo pensiero mi turbava. Questo pensiero mi turba tutt’ora!

Uscita dall’ufficio ho spento il cellulare, ma dopo mezz’ora l’ho riacceso, aspetto sue notizie per il week end. Mi sto contraddicendo, forse, pare che prima venga lui, o forse è che sono stata bene come non accadeva da tempo e vorrei trascorrere due giorni con lui…

Credo che spegnerò di nuovo il cellulare!!

Primo sole

E stamattina mi sono svegliata alle sette e mezzo. Sudata. Un labbro gonfio, un brutto sapore in bocca. Fuori non c’è il sole, mi volto su un fianco e riprendo sonno, perchè non voglio alzarmi se non posso andare al mare. Mi rivolto nel letto per un’ora, esce il sole, mi alzo.

Il caffè è una botta di caldo sul labbro indolenzito dai baci e dai suoi morsi. Il caffè non fa andar via questo sapore dalla bocca, il suo sapore, il suo odore che sento ancora sulla mia pelle.

Controllo il cellulare, non pervenuto, un latro!! Sorrido ironica, perchè l’alternativa sarebbe mettermi a piangere, ma non ho voglia di farlo. Piuttosto vado al mare!

L’iPod conficcato nelle orecchie, il libro sulle gambe, il cellulare in borsa. Messaggio. …perdonami per ieri sera…ma credimi sono crollato. ho letto il tuo bigleitto. un bacio da quel grandissimo stronzo che non sei altro aggiungerei!! Lo ignoro, cioè non rispondo perchè devo elaborare qualcosa degno della sua persona, qualcosa che non mi faccia passare per una delle tante sprovvedute e desiderose di essere scopate ancora da lui…

Torno a casa, la pelle più che arrossata e una bozza in testa…scrivo: sn certa che è stato un puro caso O_o come sn certa che nn ti è capitato con le altre di nn ritrovarle nel tuo letto l’indomani mattina! E che si fotta!

Il Signor Ni

Il Signor Ni si chiama così perchè alla mia domanda: sei innamorato di questa ragazza, ha risposto con un laconico ni che lasciava desumere un ben più difficile da pronunciare no!

Il Signor Ni non ha avuto l’insistenza del ragazzo dei fiori, ma la sua presenza è stata certo costante in questi due giorni, mail in ufficio e messaggi di sera.

Il Signor Ni e io ieri sera abbiamo cenato insieme a casa sua, abbiamo bevuto due bottiglie di vino rosso, abbiamo fatto quello che di solito si fa al secondo appuntamento; ci siamo studiati. Non ho praticamenmte fumato per tutta la durata della cena e solo quando abbiamo finito l’ho costretto ad uscirte in balcone per la mia prima sigaretta della serata. Un bicchiere di vino in mano, l’altra occupata con la sigaretta. Chiacchieriamo io e il Signor Ni, ma lui si avvicina sempre più, e io me ne accorgo, ma non ho davvero dove cercare una ritirata. Forse non la voglio ceracre neanche, perchè lascio che mi si avvicini ancora e che mi baci.

Mi precede a letto, io passo dal bagno. Faccio pipì non ricordo che altro, mi sarò guardata allo specchio come ogni volta che so di star combinando un’altra cazzata ed esco, almeno ci provo, si perchè non riesco ad aprire la porta! Credo di aver lottato per almeno cinque miniuti buoni, mentre tra gli sforzo mi guardavo imbarazzata allo specchio!

Salgo e lo trovo a letto. Mi guarda, mi avvicina di nuovo, mi bacia ovunque, mi toglie i vestiti, lo faccio anch’io mentre sento che geme sotto i miei baci, quando lo tocco, sento che prova piacere e, ad essere sincera, altrettanto piacere provo io! Facciamo l’amore, o forse solo del buon sesso e finiamo stanchi sul letto, fino ad addormentarci, come due estranei, io mi volto dall’altra parte, ma solo per riposare.

Le 3:15, mi sveglio all’improvviso, la bocca asciutta. Lo guardo mentre dorme e sento il suo respiro pesante, eufemismo, dato che russava! Cerco i miei vestiti. Lo giardo ancpora, non so se svegliarlo o meno. Scendo sotto e vedo, invitante il cellulare, quello che guardava impaziente la prima sera che abbiamo trascorso insieme. Lo so bene che è una violazione della privacy, ma l’ho ugualmente preso e dato un’occhiata ai messaggi. Nulla di male trovarne alcuni di una certa TiZI che dichiara il suo amore, terribile leggere solo l’incipit di altri, di altre donne che hanno certe idee strane su cosa vorrebero fargli, desideri di altri incontri, passione di altre donne che mi colpisce con una bella doccia fredda.

Abbandono il Sihgnor Ni nel suo letto addormentato, e chiudo la porta alle mie spalle. Scendo di corsa e di corsa entro in macchina, un’altra sigaretta accesa mentre scorrone veloci le parole appena lette, i miei pensieri su me stessa, su quanto io sia stata ancora una volta una sciocca a non capire, a farmi scopare da un altro che pare si diverta a conquistare le donne.

E’ di certo un problema, ma a me piacciono quelli che sono bastardi nel DNA!

Invisibile

Invisibile sul messenger, cellulare spento, nascosta a casa o dietro giganteschi occhiali da sole, di spalle davanti allo specchio dei negozi declino cortese l’invito di una commessa a provare qualcosa. Ho dato un’occhiata al blog. Praticamente fermo da una settimana. Cosa mi sta succedendo? Non riesco a scrivere o più semplicemente non so di cosa scrivere? Certo questo non è di sicuro un periodo memorabile, la vita trascorre veloce tra il lavoro, gli appuntamenti per vedere delle case, l’entusiasmo che, come avevo previsto, sta scemando sempre più, qualche telefonata, un paio di msg con lui, un paio di aperitivi, Grantorino al cinema l’altra sera, mezzo litro di vino per crollare a letto e non pensare.

Rido ma sono infelice, circondata da superficiali ed occasionali compagni d’avventura interessati più ad una scopata che a me, a quello che sono. Mi sorge il dubbio che forse quella superficiale, noiosa e affatto interessante, agli occhi degli altri sia io.

Ieri i miei genitori sono andati a vedere la mostra a Palazzo Valle e mia sorella ha fatto loro da guida. Stamattina mia madre mi ha detto, fiera di sua figlia che Irene è proprio brava. Non c’è gelosia in queste parole, danno solo l’input ad una riflessione su di me, su quello che sono, quello che faccio e so che mia madre non potrà mai dire di me che sono brava anch’io, io non lo sarò mai.

Stasera sono triste, ma preferirei essere invisibile davvero…